50 sfumature di nero film. Di grigio prima, di rosso in ultimo.
Li ho letti tutti durante il mio anno di permanenza a Londra. Divorati in meno di un mese.
C’è chi li ha condannati, chi osannati.
In me hanno suscitato una curiosità morbosa: non ero abituata a leggere letteratura erotica, nessuno ci era abituato, così come non era abituato a lasciare libera la fantasia di quel tipo attraverso un libro. O forse parlo solo per me stessa?
Credo di poter dire che erano in molti a preferire un video senza poesia (e senza trama). La trilogia di E. L. James, invece, ha scatenato la fantasia di milioni di donne, le ha fatte riflettere, cambiare, ha regalato loro un’alternativa. Un fenomeno di massa che ha risvegliato i sensi sopiti di tantissime donne e che le ha aiutato a osare, a rivalutare.
50 sfumature di nero film: ho atteso un quarto romanzo per anni. Nell’attesa ho atteso i film.
Generalmente, quando mi capita di trovare bello un libro, preferisco non vedere la riproduzione dello stesso al cinema: ho sempre paura di rimanere delusa e non mi diverte sapere già come va a finire. Ma questa trilogia mi ha lasciato immaginare talmente tante volte le loro espressioni e i loro visi che ho seguito per la prima volta, da san sfegatata, la scelta del cast.
Ne ho scritto sul blog, ho tifato come un’ossessa per Matt Bomer, perché per me era proprio lui.
Ma ahimè, hanno scelto un altro attore e mi sono dovuta abituare a un volto diverso rispetto a quello che avevo sempre immaginato.
Il primo film è uscito al cinema; il secondo, atteso quanto il prima, è stato campione d’incassi. Qualche giorno fa il destino ci ha “uniti” e mi ha visto partecipare al party di lancio del DVD, 4K ultra D e blu-ray del secondo film: 50 sfumature di nero Edizione Segreta (contenente 13 minuti di filmato tagliati al cinema, 30 minuti di contenuti extra mai visti e un’anteprima di 50 sfumature di rosso).
50 sfumature di arte, in via Margutta a Roma
Non solo 50 sfumature di nero, ma anche di arte a Roma grazie alla storica Galleria Vittoria di via Margutta, nel cuore di Roma che ha chiamato a sé diversi artisti a interpretare l’eros e il film secondo la loro personalissima visione. Foto, dipinti, sculture: 12 punti di vista differenti di 12 talentuosi artisti in una mostra curata da Tiziana Todi: Chiara Abbaticchio, Salvatore Baylon, Tiziana Befani, Etty Bruni, Stefania Catenacci, Patrizio De Magistris, Letizia Lo Monaco, Fabio Santoro, Rosemary Salkin Sbiroli, Gualtiero Redivo, Lucio Rossi e Debora Malis, la mia scultrice preferita.
Potrei dirvi che si tratta di due pendenti in terracotta policroma, ma capireste poco e faticherei a spiegarvi oltre anche io che di arte, purtroppo, non sono così esperta.
Non sono esperta, ma ho osservato con ammirazione e una punta di soggezione. Per guardare l’arte bisogna fermarsi a capire, riflettere, lasciare che le suggestioni ti arrivino e interpretare. Un tempo che mi prendo sempre troppo poco.
Ma Debora Malis è riuscita comunque a colpire il mio occhio non allenato: mi sono lasciata abbagliare dalle rotondità delle due sculture, dal ricordo infantile di bambole (un pop assassine), ma soprattutto dal fatto che non ci fosse bisogno di chiedersi cosa mai potessero voler dire le sue opere.
Debora ha riprodotto l’uomo e la donna e si comprende chiaramente la sua visione: la donna è tutto cuore, viscere e rose profumate, dell’uomo si vede una camicia da lavoro e il suo apparato genitale predatore (lascio a voi le considerazioni).
Splendide compagne d’avventura le blogger Fabrizia Spinelli, Martina Mercedes Corradetti, Nadia la Bella, Lara Badioli e Laetitia Chaillou.
Voi avete amato come me la trilogia o non qualcosa ve l’ha resa poco interessante?