Fare il turista fai da te ti regala una sottile e latente soddisfazione: ti senti potente, competente, vincente.
Quando tutto va bene ovviamente.
Ma quando bypassiamo le agenzie di viaggio e le cose non vanno proprio come vorresti, come ti senti?
Quando cerchi di capire le regole dei Green pass dei vari Paesi o i Passenger Locator Form e la confusione ti fa perdere la voglia di partire?
Ma quanto era bello entrare in un’agenzia di viaggio, varcare quella soglia e sentire di potersi affidare completamente alle loro braccia metaforiche? Non è forse questo l’inizio di una vacanza davvero senza pensieri?
Il mio ultimo viaggio è stato in Romania, quello precedente in Provenza: entrambi bellissimi, ma non privi di intoppi e di stress pre partenza.
Provenza last minute
La Provenza è stata una decisione last minute, probabilmente inevitabile fare da soli: con partenza in macchina non ho potuto fare altro, la sera prima, che mettermi a leggere racconti di viaggio su racconti nella speranza di trovare l’itinerario fatto da qualcun’altro che soddisfasse i miei gusti e le mie esigenze.
Ho passato ore a incrociare racconti cercando di disegnare il mio. Ho fatto le 2 di notte e mi sono accontentata di sistemazioni last minute.
Il viaggio è stato emozionante, ma dopo aver fatto le 2 di notte, la mattina dopo siamo partiti praticamente già stanchi e con l’ansia di aver toppato itinerario e alberghi.
È stato un weekend di alzataccie all’alba, come per esempio quella per godere dell’Abbazia di Sénanque senza nessun altro. Però ne è valsa la pena, non credete?

Abbazia di Sénanque
Quella volta in Transilvania
Qualche settimana dopo siamo partiti alla volta di una meta davvero poca battuta: la Transilvania e il Nord della Romania: il Maramures: un’esperienza insolita e originale. Proprio per questo è stato ancora più difficile organizzare tutto da soli, ma abbiamo proceduto così perché per alcune mete avevamo delle conoscenze in loco che ci hanno saputo consigliare al meglio. Per altre, invece, siamo andati un po’ a caso sperando di far bene.
Non è stato sempre così: per la legge dei grandi numeri cambiando quasi ogni giorno albergo e città, qualcosa abbiamo clamorosamente sbagliato.
- Prima tappa: Sighisoara, la città più colorata della Romania e luogo natio del conte Vlad. Albergo discreto, ma passeggiando la mattina dopo ne abbiamo scovati alcuni molto più belli, come per esempio il Boutique hotel Van Graf che ci ha fatto fare anche una visita interna.
- Seconda tappa: Brașov. Albergo TERRIFICANTE: mi sono lasciata ammaliare dall’arredo grazioso, ma forse è stato pensato appositamente per soprassedere sul resto e sul fatto che la stanza era praticamente un ex negozio su strada adibito a camera senza aria condizionata . Rumori assordanti tutta la notte e porta e finestre senza oscuranti. Davvero un incubo.
- Terza tappa: Cârțișoara (per raggiungere Sibiu, la città con gli occhi e la Transfăgărășan, una delle strade più belle del mondo). Albergo oltre le mie aspettative. Delizioso! Quindi ve lo segnalo volentieri: si chiama Casa Moșului.
- Quarta tappa: Hunedoara (città dove si trova il Corvin Castle). Albergo senza infamia e senza lode. Tornando indietro non avrei scelto quella città per pernottare perché – castello a parte – non c’è nulla.
- Quinta tappa: Maramureș. Albergo azzeccato grazie a delle conoscenze personali. Vi segnalo anche questo: Pensiunea Sanziene (con una casa museo e l’opportunità di vedere e provare gli abiti tipici della Regione).
Viaggiare in Romania: ecco il racconto del viaggio completo

A sin. Pensiunea Sanziene, Bran Castle – Foto di Stefano Mattiocco
Il ritorno e l’ansia delle regole da Green pass
Al momento della partenza un’altra piccola tragedia scampata: i documenti richiesti per tornare in Italia. Non richiedendoci niente la Romania in ingresso, abbiamo supposto (male) che non servisse niente neanche per uscire e invece (contrariamente all’andata) una volta presentati in aeroporto ci hanno richiesto un tampone e il Passenger Locator Form .
È stata ovviamente una corsa contro il tempo, siamo riusciti a partire solo perché effettuavano i tamponi proprio fuori l’aeroporto: compilato in inglese il lunghissimo form on line just in time, abbiamo preso l’aereo per un soffio.
Che stress!
Morale della favola? Torniamo in agenzia di viaggio: risparmiamo tempo prezioso per iniziare a rilassarci anche prima della vacanza evitando brutte sorprese e affidandoci ad appassionati esperti, i migliori da prima che esistesse questo roccambolesco far west che è a volte il web ♥