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Quel genio di Arfio. Un cappellaio matto sensibile al fashion

In un momento in cui basta un nonnulla per farci saltare la mosca al naso (per usare un eufemismo ed essere cortesi), a Roma è il caos per le elezioni del nuovo sindaco.
Tra promesse, foto coccolose accanto ad animali domestici, propositi e ripensamenti, scopro LUI.
Prima strabuzzo gli occhi, mi chiedo se sogno o son desta e mi infurio per le cose insensate che leggo, poi… mi illumino.
Arfio che prende in giro Alfio è la trovata dell’anno, proprio quello che ci voleva.
Rischiosa, forse rischiosissima, ma senza ombra di dubbio farà sì che io conservi un ricordo positivo di questo Marchini di cui avevo sentito poco parlare.
Inizio a seguirlo e a leggerlo quando ho voglia di sorridere un po’ e sdrammatizzare. E vi assicuro: è ancora più coinvolgente di Crozza. E basta leggere. Non c’è bisogno di jingle, mimi e scenografie: le parole sono più che sufficienti.
Così ti ritrovi status di questo genere:

O quest’altro…fenomenale…

 

C’è chi arriva sulla pagina senza capire che Arfio non è Alfio (e si inalbera come ho fatto io inizialmente), ma quando capisci il gioco, non puoi non amare questo latin lover gentiluomo, complimentarti con chi c’è dietro e fingere che non abbia nessuna attinenza con quello vero.
Arfio… ti amo anche io un po’.

Ida

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