Sono giorni che parlo, parlo, parlo e mi approccio alla comunicazione in video.
Una nuova sfida per me, soprattutto perché avevo concluso che la scrittura fosse il linguaggio a me più congeniale.
Era come aver trovato casa. Non una qualunque, ma la casa dei sogni, dove togliersi le scarpe, mettersi comodi, sciogliere i capelli e sentirsi bene.
Quando scrivo ho il tempo di riflettere, di scegliere le parole con cura, ma soprattutto, di non sbagliare.
Tono, cadenza, inflessione dialettale, inceppi: tutto questo fa parte di me e non mi è mai piaciuto.
Tutta colpa della maledetta voglia di essere perfetta.
Eppure muoio dalla voglia di comunicare, da sempre e in tutti i modi.
Tutti imperfetti.
Come il canto, studiato per anni e mollato perché non ero abbastanza per sbaragliare la concorrenza.
E invece quest’estate ho ripreso timidamente a cantare e ho assaporato di nuovo la bellezza del suono che riesco a produrre e ho deciso che riprenderò a farlo. A casa, per il piacere di farlo e, soprattutto, perché mio figlio possa godere della musica e si appassioni all’arte.
E poi hanno acceso una telecamera e 3, 2, 1… mi piace da morire e mi diverto da matti!
È bello scoprire che puoi sempre trovare altre case, ancora più grandi e ancora più confortevoli di quella che pensavi essere già perfetta.
È bello da morire.