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Frida Kahlo finalmente a Roma: l’artista messicana che ha tinto la vita di colori nonostante tutto e tutti

Dal 20 marzo fino al al 31 agosto 2014, arriva a Roma, alle Scuderie del Quirinale, la mostra dedicata all’artista messicana Frida Kahlo (1907-1954). Centotrenta opere fra dipinti, disegni e foto.
La mostra rappresenta la prima retrospettiva in Italia, firmata da Helga Prignitz-Poda, specialista dell’opera della Kahlo, che riunisce collezioni e raccolte pubbliche e private, provenienti da Messico, Stati Uniti ed Europa.
Quaranta ritratti e autoritratti, tra cui Autoritratto con collana di spine (1940), mai esposto in Italia, l’Autoritratto con vestito di velluto (1926), il suo primo autoritratto dipinto a 19 anni per riconquistare l’amato Alejandro Gòmez Arias.
Poi una selezione di disegni, tra cui Il letto volante (1932), il famoso Corsetto in gesso che Frida dovette portare subito dopo l’incidente (un pezzo ritrovato poco tempo fa) e alcuni ritratti fotografici dell’artista, e tra questi Frida sulla panchina Bianca (1939), diventato poi una famosa copertina della rivista Vogue Mexico (2012).
Accanto alle opere di Kahlo, alcuni lavori di artisti che vissero, fisicamente o artisticamente, vicino a lei: Diego Rivera (celebre muralista e suo marito per due volte; sul loro rapporto è incentrata la mostra genovese dal 20 settembre 2014), José Clemente Orozco, Maria Izquierdo e altri.
Frida Kahlo rappresenta un’icona dell’esuberante cultura messicana novecentesca, perfetta interprete dell’avanguardia artistica, venerata pioniera del movimento femminista e prima donna ispanica ritratta su un francobollo degli Stati Uniti.
Frida Kahlo è il ritratto della donna forte, talmente sicura di sé da non curarsi di come il fisico si trasformasse a causa dei suoi malanni, talmente in controtendenza  da  rendere il suo monociglio e le sue imperfezioni tratti distintivi e punti di forza.

“Bellezza e bruttezza sono un miraggio perché gli altri finiscono per vedere la nostra interiorità”. Frida Kahlo

Forte non vuol dire, però, immune alla sofferenza, che decideva di esprimere attraverso le sue opere: una brutta poliomielite durante l’infanzia, una frattura della colonna vertebrale che la costrinse all’immobilità parziale (incidente sull’autobus su cui viaggiava a 17 anni; da lì cominciò a dipingere se stessa riflessa nello specchio che sua madre le aveva fatto montare sopra al letto) e un male cronico per decenni.
Tradimenti, aborti di figli desiderati (ritratti molto spesso), amori passionali, lacrime, sofferenza, sangue, eppure fortissimo attaccamento alla vita, tanto che otto giorni prima di morire scrisse sul quadro che aveva appena dipinto Viva La Vida! (il quadro ispirò i Coldplay per il disco del 2009).
Avrebbe potuto reagire vestendosi di nero, simbolo del lutto e del dolore; e invece la combattente Frida ha scelto sempre i colori accesi e vivi del suo paese, raccolto i capelli in uno chignon o in trecce valorizzati con corone di fiori.
Non è un caso se Vogue America, già nel 1937 le dedica la copertina (October Issue), nel 2012 nuovamente Vogue Mexico, mentre centinaia di editoriali, ancora oggi, si lasciano ispirare da una musa, simbolo di forza, talento, coraggio e determinazione.

Ph Iris Brosch, model Laura Ponte per L’Officiel

 

Iliana for Life&Style May 2011

 

Vogue.es. Patricia Nicolas con la collaborazione di Maya Hansen
Renata Sozzi Vogue
 
 
Frida Kahlo
dal 20 marzo al 31 agosto
Scuderie del Quirinale, via XXIV maggio 16 – Roma
Orari
dalla domenica al giovedì dalle  10 alle 20 – venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30

 

 

Ida

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