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Milano Fashion Week: i social, le foto, la moda e l’equilibrio perduto

È di 10 giorni fa l’annuncio di Massimo Giorgetti, direttore creativo di MSGM (che sfilerà Domenica 28 Febbraio alle 15 durante la Milano Fashion Week in corso), in cui decideva di bandire, se pur con sofferenza e messa in conto delle possibili ripercussioni negative, tutti gli smartphone dalla sua sfilata.
Quello che succede alle sfilate oggi ormai è noto: blogger o non blogger (il problema va oltre), non importa quale posto tu abbia, dopo esserti seduto, tirare immediatamente fuori lo smartphone o il tablet è diventato d’obbligo. 
Non importa che si intralci il lavoro dei fotografi che urlano come ossessi nella vana speranza che si mettano via tablet Pro sempre più ingombranti (ma sempre più veloci a mandare in rete tutto e subito), l’importante è essere pronti a immortalare prima degli altri ogni singola uscita. L’importante è esserci. E per dimostrarlo quasi a te stesso, hai bisogno di mostrarlo agli altri: “scatto, ergo ci sono e queste sono le prove”.
Il contenuto viene dopo l’affermazione di sé.
Ecco perché, dopo una lunga riflessione, sono in gran parte d’accordo con Massimo Giorgetti: via la condivisione social smisurata e senza filtri. Sì ai vecchi fotografi che consegnano le foto alle giornaliste che, nel frattempo, possono davvero godersi lo spettacolo senza preoccuparsi di dover fare attività social live per conto proprio o di terzi.
Ma che liberazione è?
Un regalo direi.
Ricordo le prime sfilate a cui sono stata invitata. Catapultata in un mondo “altro”, così scintillante e privilegiato che le mani mi servivano per chiudere la bocca e appuntare sensazioni.
Oggi guardo, scatto, perdo pezzi, scrivo appunti, maledico lo smartphone che fa sembrare le modelle solo angeli di luce bianca e invoco un fotografo che faccia questo al posto mio che sono lì e vorrei fare altro.
Che sia chiaro, il punto non è non scrivere subito dopo una sfilata (6 mesi prima che la collezione venga messa effettivamente in vendita); il punto è godere davvero del privilegio di assistere a qualcosa che puoi raccontare – e mostrare sui social, perché no – solo dopo averla vissuta appieno.
Come ho fatto con la sfilata di Vittorio Camaiani ad AltaRoma. Mi sono goduta ogni dettaglio, ne ho scovato uno degno di nota proprio perché molto attenta e troppo scomoda per mettermi a fare foto e sono corsa solo dopo in backstage per recuperare quel dettaglio, fotografarlo e pubblicarlo su Instagram.

L’equilibrio perduto

Quindi, ecco cosa manca e cosa perdiamo.
Post di Roxana Ionita – editor di Blog di moda
Un’istantanea su Instagram relativa all’attività principale di alcune note fashion blogger durante questi giorni di Milano Fashion Week ripresa da Roxana Ionita, editor di Blog di Moda e il suo commento, parlano chiaro.
Godetevi lo spettacolo, poi scrivete. 
Ecco perché condivido in parte le parole di Giorgetti in un’intervista rilasciata al magazine WWD“Penso che sia il momento di supportare di più i venditori, i negozi on line e la carta stampata. Se tutto è fuori immediatamente, la gente perde interesse e tutto sembra vecchio in un secondo. Per di più, penso che chiedere a stampa e buyers di non postare durante lo show, permetta loro di godersi e vedere gli abiti attraverso i propri occhi e non quelli dello schermo, e credo che questo sia positivo”
Quello che non condivido è il fatto che non tiene conto del fatto che non ci sia ormai più distinzione tra la carta stampata e quella on line. E che per quanto possa vietare il wi-fi all’interno della sala, gli articoli di carta stampata verranno ripresi anche dai magazine on line e il processo diverrà comunque inarrestabile (specie dopo aver creato tanto rumours). Pertanto condivido soltanto l’ultima parte del suo discorso contro corrente: guardate gli abiti attraverso i vostri occhi e non quelli dello schermo.
Per tornare a stupirsi e a prendersi un momento in più per dire wow, invece che fare subito clic e post.

Ida

  • mariafelicia magno

    io continuo a godermi le sfilate proprio come la prima volta..credo che il problema sia un altro..non di blogger, fotografi e condivisioni. Un mese fa ho presentato la mia collezione al premium a berlino io, ho cercato di vendere ma accanto al mio stand un booth di cinesi venuti appositamente per copiare armati di tablet e pc, non facevano altro che fotografare modelli e stampe.. ed alla fine della fiera avevano file pieni di informazioni..io ho lavorato 6 mesi per una collezione..loro, dopo poche settimane possono avere un capo identico o quasi al mio…ma ad un prezzo molto più basso..
    Credo che il problema sia solo questo!!

    25 Febbraio 2016 at 17:41 Rispondi
  • Vicky Pelo

    Sarà che vivi amo in un mondo così tecnologico, così "virtuale" e non "reale" che vediamo attraverso lo schermo di uno smartphone e non attraverso i nostri occhi. Dovremmo ritornare a stupirci dei capolavori, della creatività e del talento. Bellissimo articolo

    25 Febbraio 2016 at 22:07 Rispondi
  • Sabina Petrazzuolo

    "Godetevi lo spettacolo, poi scrivete".
    Non potrei essere più d'accordo!

    http://www.uptowngirl.it

    26 Febbraio 2016 at 0:35 Rispondi
  • Laura

    Sono d'accordo con l'annuncio di Giorgetti e con questo bel post.
    Io ho lavorato dietro le quinte delle sfilate, bisognerebbe tornare indietro di pochi anni e goderci gli abiti, gli accessori e l'atmosfera che si respira come fossero opere d'arte da ammirare (e poi condividere sul web) con un po' più di calma.

    Baci 🙂

    Laura

    http://www.AlidiPolvere.it

    26 Febbraio 2016 at 13:21 Rispondi

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