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Milano Street style 2014: ma dove nasce?

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Sono tanti gli anni in cui il fenomeno dello street style è presente fra noi, molti di più di quanto si possa immaginare. Lo street style non nasce con Scott Schuman e il suo famoso blog The Sartorialist (2005); gli stilisti, in realtà, si lasciano ispirare dalla strada per immaginare nuovi look da far propri e reinterpretare, almeno dagli anni ’60.
È vero che solo recentemente i fotografi sono stati assoldati come cool hunter e oggi c’è proprio chi fa questo di mestiere: girare il mondo in cerca di tendenze e mode create da piccoli e sconosciuti geni, precursori di mode che qualcun altro svilupperà in larga scala.
Ma è doveroso fare un passo indietro per capire come si è arrivati sin qui.
Un tempo erano i nobili a promuovere le mode che gli altri avrebbero tentato di copiare. Poi furono gli stilisti. Dobbiamo aspettare gli anni ’60 perché una serie di circostanze facciano sì che le regole del gioco cambino. È nella Gran Bretagna dei Beatles, che i ragazzi smettono di conformarsi a una sola moda scegliendo di essere un mod (e quindi fan dei Beatles) o un rocker (fan del rock’n’roll di Elvis per esempio). Per farlo cercano di essere identificabili attraverso un abbigliamento preciso. Sono loro che iniziano a creare, prima, e scegliere, dopo, il look da assumere e gli stili (spesso alternativi e associati a musica popolare e sottoculture urbane) iniziano, così, a moltiplicarsi. Il fenomeno si espande in Giappone, in Cina e, dagli anni 90 in poi, in tutto il mondo.
Fonte: www.johnsmedley.com

Sono ormai i giovani, perfetti sconosciuti, a scegliere qualche moda adottare, ma soprattutto adattare alla propria personalità e ai propri gusti. La strada, pian piano diventa vetrina e legge. Quella degli Hipsters (capi attillati, jeans alla caviglia con risvolto, camicie a quadri, montatura degli occhiali spessa), dei Rockers, degli Hippy (jeans, t-shirt, lunghe collane, capelli lunghi, fiori e immagini psichedeliche, pantaloni colorati e a zampa), dei Punk (vestiti strappati, spille da balia, piercing, acconciatura Mohican).

Così il New York Magazine di Maggio, nel 2010, per celebrare i primi 40 anni della rivista, propone una photogallery in cui un terzo degli scatti sono di street style: ad essere immortalati sono i giovani, gli operai, le studentesse, gli anziani, le casalinghe. Addirittura, sempre in quell’anno, la stilista Vivienne Westwood inaugura una collezione invernale ispirata ai senzatetto e allo stile homeless e bohémien. Nascerà la homeless street fashion.
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Vivienne Westwood Homeless collection
Lo street style, oggi, è super protagonista, fuori e dentro le passerelle: le tendenze sfilano per strada. È per questo che alcuni magazine, oggi, hanno più fotografi di street style che di sfilate. Le foto di Scott Schuman passano attraverso le agenzie fino ad arrivare agli uffici stile. Le riviste cartacee, ma soprattutto il web 2.0 e gli user generated contents (i blogger), ma anche la gente comune ha sviluppato il fenomeno all’ennesima potenza.E oggi numerosi sono i magazine specializzati o i portali web (come lookbook.nu) che scelgono, per vendere, di mostrare gente reale che spontaneamente mette insieme il loro look unico e personale SCEGLIENDO CHI E COME ESSERE.

Si segnalano i blog e i magazine on line specializzati: Face Hunter, Street peepers, Stil in Berlin, The Style Scouthel looks, Savvy London, Prasa and Meatballs, Youcatwalk e Easy Fashion in Paris.
E allora in questa Milano Fashion Week, la bravissima fotografa Federica Paola Muscella, che ha scelto di accompagnarmi in questa frenetica settimana della moda, ha immortalato i suoi look preferiti. A voi.
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Ida

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