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Tra NFT e metaverso: la moda procede spedita verso il web 3.0

moda e metaverso

Qual è il futuro della moda? In questi mesi abbiamo avuto modo di familiarizzare con alcuni nuovi termini, come “metaverso” e “NFT”, concetti di recente introduzione che stanno portando il web come l’abbiamo finora inteso verso una nuova rivoluzione. Anche il settore della moda si sta rivelando sempre più interessato all’argomento, tanto che diverse brand italiani e internazionali hanno già iniziato a interagire con questo universo parallelo, anche perché continuare a produrre così tanti abiti con materiali così inquinanti non è più sostenibile.

moda e metaverso

Metaverso e NFT: due nuovi concetti che cambiano il modo di intendere la rete

Il web sta vivendo una fase di forte rinnovamento, fondata sull’introduzione di nuovi concetti e applicazioni che anche secondo gli imprenditori più visionari come Elon Musk e Mark Zuckerberg porteranno la rete internet verso approcci completamente differenti da quelli a cui siamo abituati. Se le previsioni verranno rispettate, è molto probabile infatti che nel giro di qualche anno siti e piattaforme che utilizziamo oggi quotidianamente risulteranno obsoleti e gran parte del traffico si sposterà verso una nuova dimensione, ossia quella del metaverso.

Il termine “metaverso” è stato coniato nei primi anni ’90 ma è salito alla ribalta in questi mesi proprio grazie all’intuizione di Zuckerberg, fondatore di Facebook e oggi a capo del gruppo Meta, che ingloba anche Instagram e WhatsApp, che lo ha utilizzato per identificare la dimensione virtuale alla quale è possibile accedere mediante dispositivi digitali.

Sebbene non vi sia ancora una definizione ben precisa di questo mondo, la parola metaverso identifica in buona sostanza un insieme di mondi interconnessi tra loro, accessibili tramite realtà virtuale e popolati da avatar, una vera e propria dimensione parallela in cui presto potremo ritrovarci tutti per svolgere le attività più disparate, da quelle lavorative a quelle di intrattenimento.

In pratica si tratta di un’evoluzione della rete internet che avvalendosi delle tecnologie VR, peraltro già entrate da tempo in settori come quelli videoludico e turistico, consente di accedere utilizzando un PC o uno smartphone connessi a internet a una delle piattaforme che compongono l’universo virtuale, portando l’intera esperienza su un livello superiore basato su immersività e coinvolgimento.

Accanto al concetto di metaverso, in forte ascesa è quello di NFT, ossia Non Fungible Token (gettone non replicabile), che sta a indicare un contenuto digitale unico e che non può essere copiato da terzi. In linea di massima possiamo paragonare gli NFT a una sorta di copyright digitale, utilizzato per proteggere opere d’arte e d’ingegno online, musica, giochi e molto altro, per un meccanismo che ha finito per coinvolgere tantissimi investitori: basti pensare che nel solo 2021 il mercato degli NFT ha raggiunto un giro di affari di circa 17 miliardi di dollari (nel 2020 si fermava a 150 milioni di dollari), con una crescita degli utenti da 64mila a 400mila.

L’intero processo di cambiamento del web non poteva lasciare indifferente il mondo della moda, che già sta lavorando per sfruttare al meglio le innovazioni più importanti.

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Come il settore della moda sta entrando nel web 3.0

Sia gli NFT che il metaverso stanno attirando l’attenzione delle grandi case di moda, che ormai guardano al web 3.0 come a una grande opportunità di crescita e di marketing. Proprio i Non Fungible Token, per esempio, vengono già utilizzati da diversi brand come strumento di fidelizzazione della clientela e per aumentare le entrate, senza contare le opportunità offerte dagli stessi “gettoni” al fine di migliorare l’immagine aziendale all’esterno, sia con campagne promozionali che attraverso raccolte fondi di beneficenza.

Sono già molti i marchi di moda che hanno sperimentato la validità di questo nuovo sistema digitale, per esempio attraverso la creazione di capi e collezioni virtuali esclusivi, come nel caso di Gucci che ha realizzato un NFT messo all’asta partendo da una cifra di 20mila dollari, per poi destinare i ricavi a una campagna UNICEF USA per le vaccinazioni globali, oppure di Nike, che ha invece lanciato sul mercato 20mila NFT relativi a esemplari unici di scarpe firmate da grandi artisti come Murakami (le sue sneakers in particolare sono state vendute a 130mila euro).

Operazioni di valore economico più basso ma altrettanto interessanti arrivano invece da brand più piccoli come Clothia e Amarossa, che hanno invece collegato mondo virtuale e reale attraverso la vendita incrociata di capi fisici e NFT digitali: Clothia, per esempio, ha effettuato prima la vendita dei capi digitali per poi inviare il prodotto fisico agli acquirenti, mentre Amarossa ha seguito il percorso inverso.

Se gli NFT sembrano stimolare particolarmente le idee dei marchi di moda, non meno significative sono le iniziative che riguardano l’ingresso degli stessi nel metaverso, che vede già attivi da tempo negozi virtuali di brand come Zara, Adidas e H&M. Quest’ultimo ha scelto per esempio il metaverso di CEEK City, aprendo uno store accessibile tramite realtà aumentata e in cui è possibile acquistare prodotti spendendo la moneta virtuale della piattaforma denominata CEEK Coin, per poi eventualmente scegliere anche il ritiro nei negozi fisici con la modalità “click & collect”, una soluzione che permette di sfruttare i vantaggi del digitale con l’esperienza – tuttora molto apprezzata – dello shopping in sede.

Che dire poi della “digitalizzazione” delle sfilate di moda, ossia dell’organizzazione di show ed eventi di settore nel mondo virtuale: è quanto accaduto solo pochi mesi fa con la Metaverse Fashion Week, la manifestazione interamente organizzata sulla piattaforma Decentraland che ha visto la partecipazione di alcuni dei nomi più prestigiosi del lusso internazionale, da Dolce & Gabbana a Tommy Hilfiger. L’intero evento potrebbe far storcere il naso ai più tradizionalisti, ma rappresenta forse una delle notizie più emblematiche riguardo all’importanza delle nuove tecnologie per un settore che ogni anno muove miliardi di dollari e che intende rinnovarsi per creare nuove opportunità nell’intera filiera.

 

@idagalati Ecco com’è il #metaverso e la #metaversefashionweek 😁 a #decentraland ♬ GOOD VIBES – Ellen Once Again

Il futuro degli abiti

I brand sfornano sempre più abiti venduti a prezzi irrisori, sempre a caccia del prossimo trend. Nel 1980 l’americano medio comprava circa 12 capi d’abbigliamento l’anno, nel 2021 68 l’anno e visto che sono così accessibili ne butta 36 chili l’anno. A livello mondiale sono 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, molti dei quali contengono petrolio e altre sostante dannose. Inoltre, secondo uno studio 1 persona su 10 compra vestiti con l’unico scopo di farli vedere su Instagram una sola volta.

I rimedi a tutto questo?

Il mondo della moda inizia a dare spazio a tecniche all’avanguardia con prodotti e accessori stampati in 3d: in futuro potresti stampare gli abiti che vuoi a casa tua senza problemi di vestibilità perché sono perfetti sulle nostre misure con materali compostabili o li stampi in viaggio senza dover portare valigie presso il negozio che li stampa dove siete abbonati.

Tanti degli abiti dunque  si indosseranno solo nella realtà digitale come quelli dell’app DressX o Auroboros, una casa di moda specializzata in collezioni virtuali prêt-à-porter: compri un look, invii la tua foto e il loro team modella sulle tue forme l’abito per poterlo postare on line, questo permetterebbe di ridurre i rifiuti del 97%

Il futuro della moda, dunque, sarà divertente: in parte virtuale e in parte sostenibile, e fatto su misura.

Pronti a venire nel futuro?

Ida

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