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Una storia. Esercizi di creatività.

Mi piace stare a guardare le foto dei grandi fotografi ed immaginare cosa avessero voluto raccontare e rappresentare.
Mi sono imbattuta recentemente in una foto di Richard Avedon, famosissimo fotografo di moda americano, scomparso nel 2004. Nella mia testa ha preso forma una storia. Per voi.

Anne era felice. O almeno credeva di esserlo. In fondo aveva paura, aveva sempre avuto paura.
Gli abiti costosi, i gioielli, la loro villa, erano solo il frutto di imbrogli, di malefatte, di prepotenze. Il marito aveva un brutto giro e lei pregava ogni sera dentro la sua testa.
Chiedeva pietà e misericordia per la famiglia che amava alla follia. Sarebbe impazzita se qualcosa fosse andato storto nel suo mondo perfetto.
Perche comunque il suo mondo era perfetto. Per il mondo era desiderabile, la più elegante del paese, la più invidiata.
E aveva partorito da poco una splendida bambina, la gioia dei suoi occhi. Viveva per lei e con lei. Erano ancora il mondo l’uno dell’altra. Rappresentavano la simbiosi.
Poi, un giorno come tanti, il primo giorno in cui aveva deciso di prendersi uno spazio tutto suo per andare a rinnovare il suo look una volta ritrovate le sue forme, di ritorno a casa trova cenere, lacrime e nient’altro.
Qualcuno lo aveva avvertito, ma suo marito era sempre stato impavido e orgoglioso e così è morto. Così è stato ucciso. Dentro la sua casa, dentro la loro casa, in uno dei rarissimi giorni in cui un uomo si era ricordato di essere anche padre e marito premuroso.
Anne era improvvisamente sola, senza casa, senza marito, senza la luce dei suoi occhi. Era andato tutto in fumo. Tutto.
Capì che Dio l’aveva punita e le aveva tolto tutto.
Ma Anne decise di sfidare Dio, dimostrando al mondo e a sé stessa di non aver perso nulla. È così che Anne vive ancora lì, tra le macerie, elegante, con i suoi vestiti ed i suoi gioielli, come se nulla fosse accaduto.
Non parla con nessuno, canta al vento. Ma dicono che sia ancora la donna più elegante del paese.

Ida

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