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Olviero Toscani: dietro la fotografia di moda

oliviero toscani
Cosa aveva di speciale Oliviero Toscani, appena scomparso all’età di 82 anni?
Non il fatto che attraverso la fotografia denunciasse realtà scomode, piuttosto il fatto che abbia iniziato a farlo anche se veniva pagato per fare delle campagne che in teoria dovevano vendere e comunicare altro.
Moda prevalentemente.
Invece lui no: irriverente e ribelle, provocava accendendo un faro senza filtri o merletti su realtà che tanti preferivano ignorare.
Quella che ho maggiormente impressa nella mia mente di ragazza è la sua campagna pubblicitaria per il brand Nolita del 2007,dove non c’era nessun vestito, ma la modella e attrice francese Isabelle Caro consumata dall’anoressia. Allora in tanti per la prima volta scoprivano le fattezze di un corpo anoressico: 31 chili per 1,65 cm di altezza.
oliviero toscani

Campagna Nolita 2007

Della collezione moda di quel brand non avremmo visto niente. Di proposito.
Quella non era stata la prima provocazione, aveva iniziato a farlo nel 1973 per il brand Jesus Jeans, poi con Benetton, nel 1982 quando decise che i maglioni sarebbero stato il pretesto per parlare di temi sociali come la mafia, il contrasto all’omofobia, la lotta all’Aids o alla pena di morte.

 

oliviero toscani

BENETTON / IPA-AGENCY.NET / IPA-AGENCY.NET

oliviero toscani

BENETTON / IPA-AGENCY.NET / IPA-AGENCY.NET

Dai volti (veri) dei condannati a morte, al bacio tra un prete e una suora, tutte le sue campagne hanno lasciato il segno perché mettevano al centro un messaggio e mai il prodotto e perché non erano mai neutrali, ma crude, scomode e destabilizzanti.
Senza paura.
Uno choc che proietta il marchio oltre la moda, dentro le contraddizioni di un’epoca – racconta Vanity fair ricordandolo.
Non era amato da tutti, soprattutto da chi pensava che la denuncia fosse sempre un po’ strumentale. Eppure l’indole ribelle gli apparteneva davvero visto che tante delle sue “forti” esternazioni pubbliche gli costarono collaborazioni importanti, come quelle saltate per due volte con Benetton.
La sua sembrava proprio una missione, quella di restituire ad un mondo aziendale di inerzia e culi fissi sulle sedie di fronte ad un monitor – parole sue – la passione”.
Molte delle sue immagini possiedono dunque un carattere documentaristico voluto, quasi brutale. Non c’è traccia di abbellimenti o artifici che attenuino il messaggio: ogni scatto è immediato, autentico e profondamente incisivo nella sua essenzialità.
oliviero toscani

BENETTON / IPA-AGENCY.NET / IPA-AGENCY.NET

Provocazione come forma d’arte

La provocazione è al centro del suo stile. Toscani rompe tabù e sfida i limiti della pubblicità tradizionale, spingendo il pubblico a riflettere, indignarsi o confrontarsi con i propri pregiudizi. La sua arte non vuole piacere a tutti, ma scuotere e far parlare, celebrandro peraltro la diversità umana come pochi altri fotografi. Volti di tutte le etnie, età, forme e condizioni hanno trovato spazio nelle sue opere, rompendo gli stereotipi e mostrando la bellezza dell’umanità nella sua pluralità.


Lo stile di Oliviero Toscani è, in definitiva, una combinazione unica di arte, denuncia sociale e capacità comunicativa. È lo stile di un fotografo che non si è mai limitato a raccontare il mondo, ma che ha sempre cercato di cambiarlo.

Vi lascio con il racconto in video.

Ida

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