Rientro soft per me quest’anno.
Vuoi perché non ho mai smesso di pensare alla mia evoluzione come donna e come professionista, vuoi perché sono rientrata appena da qualche giorno e riprendo la routine di sempre con estrema lentezza. Nessuna vacanza da me, insomma.
Mi sono presa il tempo per leggere e scrivere tantissimo. Questo mi ha aiutato a riflettere, a prendere delle decisioni piccole ma significative.
In Giappone costi quel che costi, anche da sola
Sogno il Giappone da anni, ma la mia dolce metà non ne è molto attratto. Mi sono accorta di essere in attesa che qualcosa cambiasse, senza valutare la possibilità, anche se moglie (e per giunta calabrese) di partire da sola o in altra compagnia. Ho deciso che quest’anno partirò. Possibilmente in primavera. E nel frattempo sfoglio entusiasta il libro I love Tokyo de la Pina.
Alla ricerca degli album perduti
Ho riflettuto sull’utilizzo compulsivo dello smartphone, su tutti i momenti che mi premeva immortalare, senza necessariamente doverli condividere. Sono abbastanza metodica e periodicamente le scarico, specie quelle di cucciolo, archiviandole per mese.
Non è vero che non le guardiamo più le foto, le guardiamo eccome! Le apriamo e ricordiamo.
Nonostante questo, ho deciso che voglio sforzarmi un pochettino di più e stampare quelle più significative. Quest’estate, nella casa di famiglia, ho riaperto i cassetti, quelli dell’ufficio di mio padre dove, da una vita ormai, vengono custodite centinaia di foto che ricordano la nostra infanzia e la giovinezza dei miei genitori.
Le guardavo spessissimo da adolescente e ogni volta che le riguardo scopro qualche dettaglio che non avevo mai visto e immagino la vita dei miei genitori giovani e fichi.
Ecco perché stamperò le foto di noi. Perché sono l’unica cosa che non sarà mai da buttare.
Volere bene al mio corpo
Ho cercato di seguire una tendenza che mi sembra sano seguire, una di quelle che dovrebbe rimanere di moda per sempre. L’attenzione al tuo corpo, la ricerca del ritmo giusto, dell’alimentazione corretta, la guerra agli zuccheri dopo aver visto il documentario shock The sugar film diretto dal regista australiano Damon Gameau (se cliccate sul link potete vederlo per intero for free), i tentativi di svegliarsi alle 5 che dicono sia l’orario ideale per produrre in silenzio, l’acquisto del famoso fitbit che mi ricorda di bere, camminare e dormire decisamente di più (un regalo di mio marito) e la lettura del libro di Franco Berrino e Luigi Fontana La grande via (che invece ho regalato io a lui).
Sento che mi fa bene e confido nella mia costanza (che non è proprio il mio forte).
Go with the flow: perché i difetti sono la carta vincente per essere unici
Ho frequentato assiduamente Instagram quest’estate: da quando la mia gallery è cambiata, tutto è cambiato. Mi piace che chi mi segue e mi conosce solo perché segue la mia gallery sembra conoscere perfettamente la mia personalità e i miei gusti e si prodiga a mandarmi in privato scatti dai colori pastello che gli hanno fatto pensare a me e che “magari ti può servire“.
Detto questo, guardo tanto e rifletto anche su un altro fenomeno: lo sai che app come Facetune, che correggono e rendono perfetti selfie e silhouette, inducono sempre più giovani a desiderare di essere come nelle modifiche e a ricorrere per questo alla chirurgia estetica? Se non ci credete, guardate il documentario di Sky Selfie Surgery – Vorrei essere il mio Avatar.
Tutto vero purtroppo.
E allora ben venga Renzo Rosso che è tornato da un anno alla guida di Diesel lanciando la campagna Go with the flow (vai col difetto), cancellando addirittura parte dello storico del canale Instagram che rappresentava Diesel perché “troppo perfetto”. Bandite le anoressiche (finalmente) dalle passerelle, confido nella controtendenza del perfetto-e-rifatto-è-noioso-e-anonimo e seguo con grande stima le nuove imprese di Rosso (che tra l’altro riparte da Tokio, sarà un caso? Il cerchio si chiude e torniamo al mio viaggio da sogno).
Sapete un’altra cosa? Anzi, due: la modella Winnie Harlow con la vitiligine intanto è diventata anche una Barbie e la nuova campagna di Pandora ha deciso di rendere protagoniste donne normali dopo aver commissionato uno studio che ha svelato i seguenti risultati:
Le donne sono ispirate da fotografie spontanee di altre donne che hanno successo nella vita quotidiana 6 volte di più di quanto lo siano dai “selfie”. Momenti veri, reali, vissuti da donne che potrebbero essere le nostre vicine di case, le nostre amiche, donne che amano lo sport, hanno hobby normali e vivono vite che le premiano nel lavoro e negli affetti, donne oneste e poco artefatte hanno più fascino di ritratti ritoccati e fintamente gioiosi. In un’epoca di post produzione e ricerca ossessiva della perfezione, è singolare, ma rassicurante, il risultato dello studio che dimostra 1 donna su 3 crede che tentare di realizzare la foto “perfetta” le faccia perdere l’intera esperienza e 3 donne su 4 desiderano avere più tempo per godersi i piccoli momenti quotidiani della loro vita (Fonte: Elle).
Incoraggiante, vero?
♥